Oggi parliamo del ruolo dei massaggi defaticanti e decontratturanti per gli atleti.
Per comprendere l’importanza di questa pratica è sufficiente pensare a quanto antica sia l’arte del massaggio.
Le prime immagini che testimoniano l’utilizzo di alcune rudimentali tecniche di massaggio risalgono all’antico Egitto, ma anche in India, 4000 anni fa, venivano poste le basi per la disciplina Ayurvedica.
Grande interesse anche in campo sportivo ad opera di Greci e Romani, che erano soliti massaggiare i soldati e gli atleti che regolarmente si sfidavano.
Con il passare dei secoli le conoscenze vennero tramandate e modificate, fino a giungere all’epoca attuale, in cui siamo in grado di spiegare a livello fisiologico i cambiamenti che una buona terapia manuale può indurre.
La manovra defaticante e decontratturante agisce a livello dei tessuti profondi, aumentando localmente la vascolarizzazione dei tessuti, con incremento dei fluidi, eliminazione dei cataboliti (sostanze di rifiuto) dalla regione interessata e distensione dell’area trattata. Inoltre alcune manovre specifiche che alternano la compressione al rilasciamento riducono la stasi capillare per una migliore qualità del flusso sanguigno.
Se dopo questo excursus nutrite ancora dei dubbi riguardo ai risultati eccezionali che un massaggio può apportare al vostro organismo e dunque alle vostre successive performance, provate a pensare al gesto che vi trovate a compiere istintivamente quando percepite stanchezza e dolore muscolare.
Durante una gara OCR, mentre state attendendo il vostro turno di fronte ad un temibile rig, quando ormai avete esaurito le ultime riserve di energie, il dolore si è insinuato nel vostro sistema e gli avambracci sono induriti, qual è il gesto che ricercate? Il massaggio proprio dell’avambraccio, piuttosto che della coscia o della spalla, ottenendo sollievo immediato.
Il/la massaggiatore/massaggiatrice può aiutarvi, successivamente alla competizione o a delle sessioni impegnative di allenamenti, a trasformare l’effetto momentaneo del vostro gesto spontaneo in una soluzione terapeutica duratura.
In ottica di prevenzione dagli infortuni, inoltre, un’adeguata routine di massaggi defaticanti è fondamentale per permettere alle fibre muscolari di sviluppare il massimo della propria potenzialità ad ogni seduta di lavoro, in sinergia con l’importante attività propriocettiva delle articolazioni.
Nel momento in cui si avverte fatica muscolare prolungata, o questa sopraggiunge già all’inizio dell’allenamento, è necessario fermarsi e porsi letteralmente nelle mani di un professionista, che eliminerà le costrizioni presenti nel corpo, terreno fertile per l’instaurarsi di sofferenze tissutali e conseguenti infortuni.
Un esempio per rendere più chiaro il concetto.
Immaginate un’auto legata ad un robusto cancello con una fune non elastica e già in massima tensione. Quando la macchina produrrà una brusca accelerazione, la corda verrà stressata in maniera eccessiva, senza aver la possibilità di reagire, e si spezzerà.
Ora sostituite la fune con un quadricipite teso da molto tempo, il cancello e l’auto con le articolazioni che forniscono stabilità, in questo caso il bacino ed il complesso articolare del ginocchio, e l’accelerazione con uno scatto sui 100m.
Perfetto, avete appena compreso quanto sia semplice procurarsi uno strappo muscolare se si lavora su un sistema già in sofferenza.
Ma non vi spaventate, noi siamo qua apposta per aiutarvi!
Articolo redatto da Alice Gualdi (INVICTUS CROSS – TRAINING TORINO)
Massaggiatrice sportiva
Studentessa di Osteopatia
MASSAGGIO 1° FOTO
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MASSAGGIO EGIZI 2° FOTO
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STANCHEZZA 3° FOTO
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