“Conserva e tratta il cibo come se fosse il tuo corpo, ricordando che nel tempo il cibo sarà il tuo corpo.” (BW Richardson)
Si è detto e scritto tutto (o quasi) su quali siano i fattori, in campo nutrizionale e non, che possano influenzare in senso positivo la performance sportiva. Ma per aiutare un atleta ad esprimere tutto il proprio potenziale, non è sufficiente considerare solo i sistemi energetici coinvolti nel gesto atletico oppure dedicare attenzione solo ai macro nutrienti.
La micronutrizione è di fondamentale importanza per fornire ad uno sportivo tutte le molecole bioattive che, lavorando in sinergia con le grandi molecole, permettono di potenziare e garantire l’efficienza di innumerevoli processi fisiologi a supporto della performance sportiva. È esperienza comune come negli atleti masse muscolari superiori non sono necessariamente espressione di gesti atletici migliori.La velocità di esecuzione, la potenza, la precisione di un movimento, la resistenza, appaiono dipendere da qualcos’altro che non sia solo il muscolo.
Il Sistema Nervoso è artefice della gestione della muscolatura disponibile; la capacità di mantenere concentrazione può essere misurata, praticata e migliorata. Se le abilità neurologiche possono essere allenate, perché non dedicare attenzione a quale supporto nutrizionale possa essere quello più valido a mantenere il cervello in buona salute?
E quali sono le strategie nutrizionali per aiutare la funzione cerebrale e cognitiva?
Per comprendere meglio è necessario, seppure superficialmente, fare la conoscenza di alcuni ormoni che giocano un ruolo chiave in tantissimi processi fisiologici e neurologici. Prendiamo ad esempio le catecolammine e le indolamine. Le catecolammine sono composti chimici, secreti dalle ghiandole surrenali, derivati dall’aminoacido L-tirosina. Le più importanti sono la dopamina, l’adrenalina e la noradrenalina.Le indolamine, invece, sono sostanze chimiche derivate dall’aminoacido L-triptofano.
Un esempio di questa classe di composti sono la serotonina e la melatonina. È possibile, quindi, adottare strategie nutrizionali specifiche per favorire la sintesi di dopamina o di serotonina (a seconda che si voglia ottenere un effetto stimolante o calmante) fornendo agli atleti alimenti ricchi di L-tirosina, di vitamina B9 oppure utilizzare estratti idroalcolici o piante con effetto adattogeno. Acidi grassi omega-3, EPA e DHA, favoriscono la plasticità neurale e stimolano la circolazione sanguigna del cervello (oltre a regolare e modulare i processi infiammatori). Zinco e vitamine del gruppo B (ad esempio B6, B9 e B12) aiutano il metabolismo serotonina- melatonina e la sintesi della dopamina. La vitamina D3 ha un effetto neuroprotettivo sul cervello.
Una alimentazione finalizzata alla performance sportiva, quindi, non può permettersi di concentrare l’attenzione solo sui carboidrati le proteine ed i grassi.
È quindi opportuno non far mancare, nell’alimentazione di un atleta (d’elite e non), acidi grassi omega-3, estratti vegetali, antiossidanti, vitamine in forma attiva e minerali, in quanto sostanze fondamentali per mantenere il cervello in buona salute.
Articolo redatto da Dott. Luigi Vozza
Biologo Nutrizionista e nutritional sport expert