SPARTAN: THE NEW LIFESTYLE – PART II
A cura di Erica Valsesia & Melissa Zino
Ben ritrovati ragazzi! Per coloro che non avessero ancora letto la prima parte del nostro resoconto sulla WinterSpartanRace di Valmorel, ecco il post precedente. Ora veniamo al momento clou di questo weekend, ovvero il giorno della gara.
PART II: THE RACE DAY
Così come l’alimentazione, anche il riposo è fondamentale per la buona riuscita di una gara, per cui dopo una bella dormita di almeno otto ore ci siamo ritrovati il mattino seguente intorno alle 7 per far colazione tutti insieme. Ancora una volta ci eravamo organizzati portando da casa cibi salutari ricchi di proteine e carboidrati puliti in grado di fornirci la giusta energia senza appesantirci troppo.
Terminata la colazione ognuno si è diretto verso la propria camera per prepararsi. Altro punto fondamentale: l’equipaggiamento. Essendo la prima gara sulla neve ci siamo consultati più e più volte sul da farsi, soprattutto noi ragazze freddolose! Da un lato occorre considerare le temperature sotto zero ma dall’altro non bisogna trascurare il fatto che il movimento e la fatica alzano la temperatura corporea e, se ci si copre troppo, si rischia di sudare eccessivamente ed avere caldo. Abbiamo quindi optato per un abbigliamento composto da pantaloni e maglia termica, calze waterproof, maglia sottile felpata, giubbotino antivento, guanti, scaldacollo leggero, fascia per orecchie e scarpe tacchettate.
Tutti in macchina, siamo partiti alla volta di Valmorel ognuno con i propri pensieri in testa, aspettative, preoccupazioni, ma comunque con una gran voglia di metterci alla prova!
Raggiunto il Reebok Village, abbiamo parcheggiato e siamo andati subito ad effettuare la registrazione. Con la nostra check-in bag ci siamo diretti verso lo spogliatoio riscaldato e una volta pronti abbiamo consegnato le nostre borse al deposito. Una nota di merito all’organizzazione che ha fatto davvero un buon lavoro, non lasciando nulla al caso e non facendoci patire più freddo del necessario.
Ci siamo poi dirette verso la starting line dato che non mancava molto alla partenza della batteria elite di cui facevano parte i ragazzi del team di Invictus, mentre noi saremmo comunque dovute partire con la seconda batteria alle 9:15. In men che non si dica è arrivato il nostro turno: riscaldamento, arooooo aroooo aroooo e via! Siamo partite!
Come ci era già stato anticipato abbiamo subito incontrato una prima salitella seguita da altre tre e poi i primi ostacoli non troppo impegnativi: muri da scavalcare e copertoni da ribaltare. Sapevamo che era solamente l’inizio. E infatti eccola la signora salita, lunghissima e tostissima. E poi il balance beam (3 assi di equilibrio in legno abbastanza ballerine e scivolose), il traverse wall (il muro da arrampicata disposto a S) ed il temuto fantoccio da colpire con una palla di neve. Finalmente raggiunta la vetta il percorso ha iniziato la discesa, ma la neve fresca non aiutava comunque. E appena acceleravi il passo ecco che sprofondavi fino alla vita. Intanto abbiamo dovuto strisciare sotto al filo spinato, scavalcare altri muri e pareti di corda, altre colline di neve e filo spinato, abbiamo dovuto trasportare una palla di sasso pesantissima avanti e indietro facendo 5 burpees nel mezzo e caricarci in spalla sacchi pieni di ghiaia.
E poi bunny hop, i salti di tronchi con i piedi uniti legati da un elastico, il memory test (poco dopo la partenza, a ciascuno assegnavano un nome ed un codice che dovevamo ripetere quasi a fine percorso), monkey bar passando da anelli a sbarra e poi arrampicata sulla fune e muro di 3 m da scavalcare. E vogliamo parlare del fiume ghiacciato? Ebbene sì, nessuno se lo aspettava date le temperature, ma abbiamo dovuto attraversare un corso d’acqua con blocchi di ghiaccio alla fine del quale eravamo completamente fradici e tremanti per il freddo.
Non so se li abbiamo elencati proprio tutti gli ostacoli ma comunque, dopo ben 9 km di distanza e 600 m di dislivello percorsi, eccolo il fuoco. L’arrivo. La medaglia. La coperta termica. La cioccolata. E il grande e unico desiderio di ritrovare i propri compagni per festeggiare e condividere quel momento insieme a loro.
Un momento che non dimenticheremo mai. Ci siamo messe alla prova. Abbiamo sfidato le nostre paure ed i nostri limiti. E non solo siamo sopravvissute. Siamo anche cresciute. Sportivamente, fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Melissa ha impiegato 2:09:05 classificandosi 801^ assoluta – 63^ donna – 11^ nella sua categoria guadagnandosi anche l’accesso diretto agli OCR World Championship.
Erica invece ha impiegato 2:28:30 classificandosi 1169esima. C’è da lavorare e da impegnarsi, ma questo la sprona per prepararsi al meglio delle sue capacità per la Sprint di Orte (Aprile 2016).
Chiusa l’impresa sportiva siamo andati a festeggiare in un ristorante tipico dove abbiamo gustato dell’ottimo cibo e abbiamo brindato con un bicchiere di vino rosso al nostro team, ma soprattutto a Fabio, il nostro campione nonchè 138° assoluto e a Noemi alla sua prima esperienza spartana, grande esempio di coraggio e forza di volontà.
Siamo poi tornati in hotel per una piacevolissima doccia bollente e abbiamo ripreso i festeggiamenti in serata con un’altra ottima cena a base di raclette, omelette e tante altre specialità francesi. La stanchezza ha poi iniziato a farsi sentire per cui siamo rientrati nelle nostre camere e siamo crollati in un sonno ristoratore. La mattina successiva ci siamo rimessi in macchina diretti verso casa. Colazione. Risate. Aneddoti della gara. Risate. Pranzo. Risate. Altri aneddoti. Saluti. E ci vediamo domani a Invictus eh! Che qui non si molla mai!